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Diagnostica parodontale

Lo stato parodontale mappa l’attacco parodontale – cioè l’attacco effettivo delle gengive e la posizione dell’osso attorno i denti assieme ad altri criteri fondamentali. Esso viene determinato attraverso la misurazione della profondità delle tasche gengivali (6 posizioni per dente = 6 valori) assieme ad altri criteri, come il sangiunamento, la recessione, le forcazioni e la mobilità.

Lo status parodontale va eseguito:

  • Durante la prima consultazione
  • Alla rivalutazione parodontale dopo la prima cura non chirurgica
  • Ad ogni consultazione di controllo parodontale periodica (recall) per accertare lo sviluppo della malattia. Ci aiuta a capire se certe imperfezioni dell’igiene domiciliare possono essere tollerate e quando invece non si può più aspettare per eseguire altre cure

È l’unico modo per fare una vera diagnosi. Per diagnosticare la parodontite correttamente ci vogliono sia le misurazioni cliniche che uno stato radiografico, che tipicamente richiede 11-15 radiografie periapicali.

  • In realtà, no: una radiografia ha 0,001 mSv di esposizione. Uno stato radiografico completo di 15 radiografie ha ca. 0,015 mSv. D’altro canto un volo transatlantico espone i passeggeri a molti più raggi cosmici dell’atmosfera – ca. 0,1 mSv.
  • Indipendentemente dal fatto che si voli o meno, la dose media dell’esposizione alle radiazioni cosmiche di una persona è 0,33 mSv o l’11% di quella annuale a tutte le fonti naturali di radiazioni.

Oltre un esame parodontale, i tessuti orali vengono controllati in merito alla presenza di altre patologie

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Fase 1: Terapia parodontale non chirurgica

La detartrasi e levigatura radicolare sottogengivale rimuovono la placca batterica, le tossine e il tartaro in modo non chirurgico lasciando le radici lisce e meno propense all’reinfezione. A seconda dei casi la cura è suddivisa in 2-4 appuntamenti in anestesia locale. Questa fase è la cura di base.

  • La guarigione e riduzione della diffusione della malattia parodontale inizia con la rimozione dei batteri patogeni, delle loro tossine e del tartaro impedendo ai batteri di diffondere in altre aree del corpo.
  • Tasche oltre i 3 mm aumentano il rischio di sviluppare la parodontite permettendo ai batteri di colonizzare i siti indeboliti ed infiammati inducendo tasche sempre più profonde.
  • Altri effetti benefici sono la riduzione del sanguinamento gengivale, dell’alitosi e dell’aspetto livido delle gengive

Il trattamento non chirurgico per avviare il processo di guarigione è la cura iniziale per tutti gli stadi della malattia parodontale. Nei casi più complessi un intervento chirurgico o rigenerativo potrebbe essere indicato.

Questo tipo di cura genera fastidi molto blandi controllabili, se del caso, con un analgesico

L’esperienza professionale è essenziale per garantire una rimozione completa e aumentare le possibilità di guarigione.

Dopo la terapia non chirurgica viene fatto la rivalutazione parodontale per appurare la riduzione della profondità delle tasche. La collaborazione del paziente tramite un’igiene orale ottimale è cruciale per il successo del trattamento.

I laser possono essere un utile coadiuvante nella terapia parodontale. Ogni laser ha lunghezze d’onda e livelli di potenza differenti per applicazioni specifiche. Alcuni usano l’ablazione laser per decontaminare per esempio le superfici di un impianto. Altri tipi di laser, come il laser a basso livello (“low level laser” (LLL)) vengono utilizzati per la loro azione di fotobiomodulazione dei tessuti o biostimolazione che agisce per migliorare la guarigione attraverso sessioni multipli. La terapia fotodinamica (“photodynamic therapy” (PDT)) prevede l’uso di laser a bassa potenza per eliminare i microrganismi tramite l’applicazione di una sostanza fotosensibilizzante che viene assorbita dai batteri stessi e attivata tramite il LLL.

I laser possono avere effetti battericidi, ridurre l’infiammazione, accelerare la riparazione dei tessuti e la guarigione delle ferite, facilitare la rigenerazione dei tessuti e ridurre il dolore.

Se si soffre di un tipo di parodontite più aggressivo o resistente, o in casi particolarmente complessi o una guarigione compromessa per esempio in caso di diabete, il trattamento laser combinato con un trattamento convenzionale non chirurgico o chirurgico può essere indicato.

In generale, il trattamento laser riduce il dolore e il disagio post-operatorio. Per sfruttare i benefici di alcuni trattamenti laser, potrebbe essere necessario sottoporsi a diverse sessioni. È importante ricordare che il laser non è una bacchetta magica, ma può fornire un valido supporto alla terapia convenzionale. L’approccio migliore è un approccio combinato, ove indicato.

La tecnologia di lucidatura ad aria (AIRFLOW® and PERIOFLOW®) è un metodo per rimuovere selettivamente biofilm, tartaro non consolidato e macchie con l’aiuto dell’energia cinetica, sia nella zona sopra che sottogengivale. Si usa uno spruzzo di aria compressa, polveri a grana fine (14-25 μm) e acqua. È un’aggiunta alla terapia parodontale.

  • L’esclusiva tecnologia brevettata rimuove efficacemente ma delicatamente il biofilm (batteri e altri microrganismi), lasciando illesi i tessuti molli e duri.
  • Aiuta a prevenire le carie, le recessioni gengivali, la gengivite, la parodontite, la mucosite perimplantare e la perimplantite.
  • La pulizia è veloce, accurata e delicata, anche nelle zone difficili da raggiungere
  • I migliori risultati si ottengono se combinati con la terapia parodontale
  • Gengivite e parodontite
  • Fase di preparazione all’innesto dei tessuti molli
  • Perimplantite e mucosite perimplantare
  • Terapia parodontale di mantenimento
  • Rimozione della pigmentazione e delle macchie, lasciando i denti più bianchi
  • Apparecchi ortodontici fissi
  • Prevenire l’alitosi con la pulizia della lingua e dei tessuti molli

Questa tecnologia ci aiuta a modificare la condizione epigenetica, modificando così l’espressione genetica dell’attuale stato infiammatorio. Col tempo potremmo trasformare le gengive ammalatte in uno stato guarito, più stabile e immunologicamente favorevole, nonostante qualsiasi predisposizione genetica di risposta immunitaria residente!

Fase 2: Terapia parodontale chirurgica  

L’obiettivo principale della chirurgia parodontale è di eliminare i difetti ossei e gengivali causati dalla parodontite e ripristinare l’estetica e la funzione dei denti, gengive e ossa danneggiati dalla malattia avanzata. Durante questo trattamento, le gengive vengono delicatamente sollevate per ottenere l’accesso e rimuovere efficacemente batteri, tartaro e tossine su tutta la lunghezza della radice, pulire l’osso e rimuovere il tessuto malato. Il tempo di recupero è abbastanza breve. Se la geometria del difetto è favorevole, possiamo anche raccomandare un trattamento rigenerativo (vedere rigenerazione parodontale) che può rigenerare una parte dell’osso e della gengiva perduti. Gli innesti ossei, le proteine ​​stimolanti i tessuti (prodotti biologici) e/o le membrane possono essere utilizzati per promuovere la capacità del proprio corpo di rigenerare osso e tessuti. Il termine “chirurgia” non deve spaventare. Tecniche moderne e approcci innovativi rendono la chirurgia più efficace di prima con poco o nessun disagio.

Casi che non si risolvono in modo non chirurgico necessitano al momento opportuno un approccio chirurgico. Ci sono diverse opzioni disponibili e personalizzabili.

Il danno causato dalla parodontite avanzata è irreversibile e i tessuti non possono rigenerarsi da soli. Tuttavia la parodontite può essere trattata e contenuta intervenendo prima possibile per ripristinare la salute orale.

  • Arrestare la progressione della parodontite
  • Prevenire la perdita ossea e la perdita dei denti
  • Riduzione dell’infiammazione e più controllo della malattia
  • Riduzione della diffusione batterica in altre parti del corpo
  • Ridurre il rischio di altre condizioni di salute, come le malattie cardiache o ictus

Tasche iniziali profonde inducono generalmente una terapia chirurgica dopo la fase conservativa. L’approccio appropriato verrà determinato in occasione della rivalutazione parodontale.

La guarigione subentra entro 1-3 settimane con pochi fastidi, mentre la maturazione dei tessuti avviene dopo diversi mesi.

A seconda della forma del difetto, un intervento rigenerativo tramite l’applicazione di biomateriali, innesti ossei, fattori di crescita o prodotti biologici (in inglese: “biologics”) per aiutare a rigenerare nuovo osso e attacco nei difetti parodontali, può essere indicato.

  • Rigenerazione tissutale guidata (GTR = “guided tissue regeneration”)
  • Rigenerazione ossea dei difetti parodontali

Per far crescere nuovo osso e attacco gengivale attorno ai denti e migliorarne la prognosi

  • Crescita di nuovo osso e attaccamento
  • Migliorare la prognosi del dente
  • Rinviare la necessità di impianti dentali
  • Pone basi ossee e gengivali migliori per una eventuale futura terapia implantare

Persistenti difetti ossei verticali non risolti con la fase conservativa

Simile alla chirurgica parodontale con particolare accento a graduale ritorno all’igiene orale domiciliare.

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Rigenerazione delle gengive

  • La gengiva esistente viene chirurgicamente elevata e riposizionata per coprire le radici esposte e/o per aumentare il volume gengivale, utilizzando moderne tecniche microchirurgiche e paroplastiche.
  • Il “gold standard” è l’autotrapianto tramite un sottile innesto. La zona del prelievo guarisce rapidamente.
  • Sono disponibili anche biomateriali, in particolare per innesti combinati e difetti maggiori della sede atrofica.
  • Chirurgia parodontale plastica
  • Chirurgia mucogengivale
  • Ricostruzione e aumento dei tessuti gengivali
  • Rigenerazione dei tessuti molli
  • Trapianti gengivali
  • Innesti gengivali
  • Copertura chirurgica delle recessioni
  • Copertura chirurgica delle radici scoperte
  • Inestetismi delle radici esposte dovuti alla recessione gengivale, sensibilità radicolari, carie e difetti strutturali vengono notevolmente mitigati con l’innesto di tessuto gengivale che induce un recupero funzionale e preventivo, facilitando al contempo l’igiene orale. Lievi recessioni restano in osservazione.
  • I difetti dei tessuti gengivali nelle aree edentule dovute a traumi, malattia parodontale avanzata o difetti genetici possono essere aumentati con innesti di tessuti gengivali per sostituire il volume dei tessuti persi.
  • L’innesto di tessuto gengivale può essere combinato con l’innesto di tessuto osseo nel caso in cui manchino entrambi, anche in concomitanza alla posa di impianti.
  • Gli innesti autogeni hanno il vantaggio di cellule vive, struttura dei vasi sanguigni e un potenziale di rigenerazione immediata.
  • Recessione: le radici esposte sono protette dalla copertura gengivale e i denti sono più facili da pulire.
  • Prima del lavoro per la confezione di un ponte con difetti di cresta esistenti: ricrea i volumi ed evita problemi di fonazione o altri, come sputi o fischi involontari con suoni sibilati mentre si parla.
  • Prima dell’inserimento dell’impianto con deficit gengivale esistente: un volume gengivale adeguato favorisce la stabilità dell’impianto e dell’estetica.
  • Recessione importante
  • Grandi difetti della cresta alveolare in senso verticale e/o orizzontale
  • Mancanza di tessuto gengivale
  • Migliore funzionalità e estetica
  • Migliore prognosi a lunga durata
  • Impianti immersi in sufficiente tessuto gengivale
  • Previene l’abrasione dei colletti
  • Previene la sensibilità dentinale, dove possible
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Perimplantite

  • La rimozione del biofilm batterico è cruciale come nella parodontite. La strumentazione sottogengivale è particolarmente impegnativa in relazione alla geometria della superficie dell’impianto. Quando i sintomi si presentano, la perimplantite è solitamente in uno stadio avanzato.
  • Il trattamento viene tipicamente eseguito in una serie di 3 appuntamenti in successione tramite AIRFLOW® e PERIOFLOW®, strumentazione meccanica e laser.

La diagnosi e il trattamento precoci preservano la vita di un impianto ed evitano complesse terapie chirurgiche o peggio, la perdita dell’impianto

Qualsiasi impianto che mostri una profondità di sondaggio crescente, sanguinamento cronico al sondaggio durante gli esami clinici e perdita ossea progressiva

Generalmente viene somministrato un antinfiammatorio e un analgesico da assumere peri operativamente. Di solito, dopo l’intervento c’è poco disagio.

Analogamente ai denti, l’obiettivo di una procedura chirurgica di base è quello di ottenere l’accesso a difetti perimplantari più profondi e rimuovere efficacemente batteri, tartaro e tossine lungo l’intera superficie esposta dell’impianto, pulire l’osso e rimuovere il tessuto malato. La decontaminazione della superficie implantare è estremamente importante per il successo. La procedura può terminare qui, a seconda della morfologia del difetto. Alcune morfologie dei difetti non consentono la rigenerazione o la risoluzione completa, tuttavia l’obiettivo è migliorare la salute perimplantare.

Arrestare la progressione della malattia e salvare possibilmente l’impianto(i).

Impianti con maggiori profondità di sondaggio e che non possono più essere gestiti solo in modo non chirurgico

Generalmente viene somministrato un antinfiammatorio e un analgesico da assumere peri operativamente. Potrebbe essere necessario un antibiotico.

I pazienti generalmente tollerano bene questo trattamento e in seguito hanno pochi fastidi.

Analogamente alla rigenerazione attorno ai denti, alcuni tipi di difetti attorno agli impianti possono consentire l’innesto osseo per ripristinare l’osso perduto. Vari materiali e tecniche rigenerative vengono applicati e utilizzati per riempire i difetti. La decontaminazione della superficie implantare è estremamente importante per il successo.

Arrestare la progressione della malattia, salvare l’impianto(i) e rigenerare l’osso perduto

Impianti con difetti ossei verticali non gestibili né con approccio non chirurgico né con semplice accesso tramite lembo

Simile al trattamento chirurgico con particolare accento a graduale ritorno all’igiene orale domiciliare

  • La perdita ossea è così importante da determinare la rimozione dell’impianto
  • Anche impianti fratturati di solito richiedono la loro rimozione

L’infezione nei casi terminali è debellata

Impianti con prognosi infausta

Generalmente i disagi sono gestibili tramite antinfiammatori e analgesici. Potrebbe essere necessario un antibiotico.

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Impianti

  • Gli impianti dentali simulano le radici dei denti mancanti e si integrano nell’osso (osteointegrazione). Dopo un periodo di guarigione, viene realizzata una nuova corona, un ponte oppure una soluzione protesica su impianti.
  • Una corretta pianificazione 3-D e chirurgica del caso è essenziale per il successo a lungo termine.

La mancanza di denti può avere un impatto negativo significativo su masticazione, digestione, fonazione e la salute in generale. L’assenza di un dente accelera il riassorbimento/perdita ossea naturale. La presenza di un impianto imita la stimolazione simile a un dente naturale e preserva l’osso alveolare.

Gli impianti dentali sono una soluzione ideale per sostituire i denti mancanti, evitando per esempio la necessità di limare i denti adiacenti al dente mancante per realizzare un ponte o una protesi parziale con antiestetici ganci metallici.

  • L’età non è necessariamente un fattore limitante. Tutto dipende dallo stato di salute. I casi più complessi vengono coordinati con il medico di famiglia.
  • Per prolungare la vita di un impianto, tutte le parodontiti devono essere curati prima. Con questo la prognosi aumenta significativamente.

Ogni paziente è diverso. Le tempistiche di trattamento e guarigione possono variare. Sebbene la tecnologia odierna permetta di ridurre i tempi di cura la naturale propensione alla guarigione e maturazione dei tessuti va rispettata.

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Rigenerazione ossea    

La perdita di denti può portare ad una qualità o quantità ossea inadeguata per posare impianti. Esistono diverse opzioni di innesto osseo che possono essere discusse durante la consultazione.

  • Rigenerazione ossea guidata
  • GBR = “guided bone regeneration”
  • Rigenerazione della sede ossea alveolare
  • Ricostruzione ossea per futuri impianti
  • Innesto osseo
  • Aumento osseo
  • Elevazione del pavimento del seno mascellare

La carente disponibilità ossea non permette la posa di impianti.

Un innesto osseo non solo sostituisce l’osso mancante, ma stimola anche la crescita di nuovo osso.

Un volume osseo verticale e orizzontale insufficiente non permette la corretta posa di impianti. Ogni caso viene valutato singolarmente a prescindere dall’età. Determinanti sono le condizioni di salute e i fattori di rischio.

L’osso è un tessuto a crescita  e maturazione lenta e l’attesa è sempre vincente. Dopo il periodo di guarigione designato, può iniziare la fase restaurativa.

La cresta alveolare circonda i denti. Questa si riduce notevolmente con la perdita di denti o a causa di infezioni parodontali. Ciò comporta la ricostruzione di una certa dimensione minima per il corretto posizionamento di impianti.

La membrana del seno naturale viene sollevata per creare lo spazio per l’innesto osseo. Dopo il periodo di guarigione, l’innesto è maturo e pronto per l’inserimento di impianti.

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Altre cure offerte

La Dr.ssa Broggini si occupa pure di consulenze di patologia orale, biopsie se indicate e frenectomie linguali o labiali. Una frenectomia linguale rimuove un “legamento della lingua”, congenitamente corto e limitante nelle escursioni linguali (anchiloglossia), con conseguenti impedimenti e disturbi della fonazione e del linguaggio. Si occupa anche di bruxismo (digrignare, pressare). Per maggiori informazioni, vedere: digrignamento, anchiloglossia, alterazioni e patologie orali sotto la voce, Parodontologia.

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Terapia parodontale di mantenimento

Sembra la fase più banale, ma infatti è la più importante. Il nostro protocollo si basa sulla letteratura scientifica e favorisce il massimo successo.

  • Consultazione di controllo (Recall): misurazioni e mappatura almeno ogni 12 mesi sono un procedimento fondamentale.
  • Se indicato, potrebbe essere necessario un appuntamento di mantenimento parodontale che combina la rimozione del biofilm (GBT = “Guided Biofilm Therapy” utilizzando AIRFLOW® e PERIOFLOW®), la strumentazione sottogengivale e la terapia laser per siti localizzati
  • Gli studi scientifici dimostrano che i batteri patogeni cominciano ad essere potenti e distruttivi dopo 3-4 mesi e in questo intervallo vanno programmati gli appuntamenti con l’igienista.

Poiché la malattia parodontale è cronica e la tendenza alla malattia rimane col paziente, il monitoraggio regolare da il miglior risultato a lungo termine come nei casi di altre malattie croniche (per esempio, diabete).

Con il minimo sforzo si mantengono i risultati acquisiti e prevengono sviluppi avversi

In qualsiasi paziente parodontale: la tendenza alla recidiva resta con la persona, anche se i parametri si avvicinano alla “normalità”.

Nel corso del tempo, i tessuti possono migliorare ulteriormente epigeneticamente con un susseguente incremento nella riduzione delle tasche e nella maturazione gengivale e ossea. Migliora anche il profilo generale di rischio per la salute.

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