Parodontite

Una diagnosi sistematica è essenziale e possibile solo con un esame approfondito, documentando le misurazioni parodontali ed eseguendo le radiografie dove indicato.

I sintomi delle malattie parodontali spesso non si avvertono, vuol dire che non appaiono se non col raggiungimento di uno stadio avanzato.

lo Stadio e il Grado della Parodontite

È il processo di classificazione della gravità della malattia di un paziente. Il fattore determinante primario è la perdita di attacco clinico (CAL clinical attachment loss/level), che registra la perdita di tessuto osseo e/o gengivale. Essenziale è il punto con la maggior perdita negli spazi interdentali. Il CAL viene calcolato sommando la profondità del sondaggio (le tasche) + il livello della posizione del margine gengivale (“+” = iperplasia infiammativa; “-“ = recessione; il punto zero si trova alla giunzione smalto-cemento ). Se CAL non è disponibile, è possibile utilizzare la perdita ossea radiografica (“radiographic bone loss”, RBL).

Salute parodontale

Quadro sano

Profondità di sondaggio 1-3 mm

CAL = 0 mm

Nessuna perdita ossea

Le gengive sono sane senza infiammazione, rosee e con un sondaggio di 1-3 mm, senza/poco sanguinamento <10% dei siti. Non fa né male né è sensibile durante le misurazioni.

Gengivite

Rischio aumentato

Profondità di sondaggio 1-3 mm

CAL = 0 mm

Nessuna perdita ossea

Inavvertitamente, le gengive mostrano dei cambiamenti microscopici e attirano mediatori pro-infiammatori. Cambia il colore da rosa a rosso/viola. I margini gengivali diventano friabili e deboli. La profondità del sondaggio è ancora 1-3 mm, ma con sanguinamento ≥10% dei siti. Comincia a dare fastidio durante le misurazioni. La presenza di una gengivite aumenta il rischio per una parodontite. Si inizia lo sviluppo dell’alitosi (alito cattivo).

Parodontite Stadio I

Malattia lieve

Profondità di sondaggio ≤4 mm

CAL = 1-2 mm

Perdita ossea orizzontale nel terzo coronale (<15%)

Richiederà un trattamento non chirurgico.

Non è prevista alcuna perdita dei denti post-trattamento, indicando che il caso ha una buona prognosi in fase di mantenimento dopo le appropriate fasi di cura.

Parodontite Stadio II

Malattia moderata

Profondità di sondaggio ≤5 mm

CAL = 3-4 mm

Perdita ossea orizzontale nel terzo coronale (15-33%)

Richiederà un trattamento non chirurgico ed eventualmente chirurgico.

Non è prevista alcuna perdita dei denti post-trattamento, indicando che il caso ha una buona prognosi in fase di mantenimento dopo le appropriate fasi di cura.

Parodontite Stadio III

Malattia grave

Profondità di sondaggio ≥6 mm

CAL ≥5 mm

Perdita ossea orizzontale fino al terzo centrale della radice e oltre con eventuale perdita ossea verticale e/o coinvolgimento della forcazione di classe II o III.

La perdita già avvenuta o potenziale di denti è ≤4.

Ciò richiederà trattamenti chirurgici e probabilmente rigenerativi. La complessità del trattamento implantare e/o restaurativo è aumentata. Le cure possono richiedere un trattamento multi- disciplinare.

Il caso in generale ha una prognosi condizionatamente buona in fase di mantenimento dopo le appropriate fasi di cura.

Parodontite Stadio IV

Malattia molto grave

Profondità di sondaggio ≥6 mm

CAL ≥5 mm

Perdita ossea orizzontale fino al terzo centrale della radice e oltre con eventuale perdita ossea verticale e/o coinvolgimento delle forcazioni di classe II o III.

La perdita già avvenuta o potenziale di denti è ≥5, come disfunzioni masticatorie, migrazione di denti e perdita di dimensione verticale.

Un trattamento chirurgico avanzato e/o una terapia rigenerativa, incluso un trattamento di aumento osseo sono spesso indicati. La riabilitazione orale è sempre complessa e multi-disciplinare.

Il caso in generale ha una prognosi mediamente riservata in fase di mantenimento dopo le appropriate fasi di cura.

La terapia

L’inizio | Diagnostica

Una diagnosi corretta permette elaborare un piano di cure adeguate.

Fase 1 | Terapia Non Chirurgica

Questa fase è la cura di base: detartraggio subgengivale e controllata levigatura delle radici. Si tratta di una disinfezione subgingivale e un trattamento iniziale delle tasche che permettono una prima guarigione. Per il comfort del paziente le cure sono eseguite in anestesia locale.

Dopo la terapia non chirurgica viene fatta una rivalutazione parodontale, misurando i risultati e valutando quanto sono migliorato le tasche e l’igiene orale domiciliare indispensabile per il successo delle cure prodigate.

Fase 2 | Terapia Chirurgica

Per siti inizialmente profondi e avanzati potrebbe essere necessario di procedere con la fase chirurgica. L’obiettivo della chirurgia è di avere accesso alla base dei difetti parodontali e di poter rigenerare l’osso mancante tramite le terapie necessarie e indicate con criteri selettivi ben definiti.

Fase 3 | Mantenimento

Sembra la fase più banale, ma infatti è la più importante per mantenere e consolidare i risultati ottenuti.

Per ogni malattia cronica, la tendenza resta con il paziente, anche se i parametri avvicinano alla “normalità”. Come un diabetico deve essere sempre monitorato, cosi i pazienti parodontali devono sempre essere sorvegliati per avere più successo e il massimo profitto delle cure.

Domande e risposte

Scopri di più di a proposito di questo frequente problema della salute orale che tocca >40% della popolazione adulta.

La causa principale per la malattia parodontale è la placca batterica composta dai batteri della cavità orale. Se la placca dentale, il cosiddetto biofilm, non viene rimossa regolarmente, i batteri cominciano di indebolire le gengive, iniziando a provocare un’infiammazione (gengivite) in pochi giorni. Certi tipi di batteri, anche se sono in numero ridotto, possano esercitare un effetto grave, e la gengivite può diventare una parodontite.

In più ci sono altri fattori di rischio che potrebbero contribuire allo sviluppo o alla progressione della parodontite: l’età, il fumo, l’alcool, la genetica, lo stress, malattie sistemiche (per esempio, il diabete, il morbo di Alzheimer o l’obesità ), l’alimentazione, e il bruxismo (digrignare i denti).

La malattia parodontale è spesso silenziosa, significa che i sintomi possono non apparire fino agli stadi avanzati. Tuttavia i segnali della malattia parodontale includono i seguenti:

  • Gengive arrossate, gonfie o dolenti
  • Sanguinamento allo spazzolamento, passando il filo interdentale, oppure mangiando cibo duro
  • Le gengive iniziano a ritirarsi dai denti, con l’effetto che questi appaiono più lunghi
  • Denti mobili, oppure che iniziano a migrare
  • Suppurazione (“pus”)
  • Alito cattivo persistente
  • Cambiamento nell’occlusione, cioè come i denti combaciano

Gengivite

La gengivite è la forma più lieve delle malattie parodontali. Fa diventare le gengive arrossate, gonfie, e sanguinano facilmente con la sonda parodontale. Questo stadio provoca poco fastidio. Fortunatamente, la gengivite è reversibile con una cura professionale e la buona igiene domiciliare.

Parodontite

La gengivite non curata potrebbe dare addito alla parodontite. Col tempo, la placca batterica potrebbe crescere e diffondersi sotto il margine gengivale. Le tossine nella placca prodotte dei batteri irritano le gengive e stimolarono una risposta infiammatoria cronica come risposta immunitaria auto aggredente con la conseguente distruzione tissutale ossea e gengivale che sono i tessuti di supporto dei denti. Infine i denti diventano mobili, cadono o devono essere tolti.

La diagnosi della parodontite è classificata con lo stadio e il grado. Dopo una accurata valutazione personalizzata del caso effettuata della Dr.ssa Broggini, si assegnerà “uno stadio”, spaziando da iniziale a severo per descrivere la fase acuta della malattia. Inoltre, la Dr.ssa Broggini potrebbe assegnare “un grado” che indica il tasso della progressione della malattia e il prospettato successo delle cure.

La placca dentale è un biofilm morbido e appiccicoso di microrganismi che si forma costantemente sui denti, anche poche ore dopo avere pulito i denti. L’igiene orale è fondamentale per rimuoverlo. La placca dentale è anche conosciuta come placca microbica, biofilm microbico, biofilm orale o biofilm dentale. Il tartaro è la mineralizzazione della placca batterica e può essere rimosso solo professionalmente.

Il modo migliore per prevenire le malattie parodontali è di curarsi bene i denti e le gengive a casa. Questo comprende lo spazzolamento dei denti dopo ogni pasto e prima di andare a letto, il filo interdentale almeno una volta al giorno, i controlli regolari dal medico dentista oppure parodontologo 1-2 volte all’anno. Passando qualche minuto al giorno in modo efficace con le misure preventive si possono evitare o ridurre l’impatto delle malattie del cavo orale, evitando o riducendo gli investimenti per le cure.

Le malattie parodontali sono spesso silenziose, significa che i sintomi possono non apparire fino agli stadi avanzati. In caso di dubbio sarebbe prudente sottoporsi ad una consultazione.

La profondità normale e sana dell’attacco gengivale attorno ai denti è di 1-3 mm. Un tempo una tasca di 5 mm veniva quasi ignorata, ma oggigiorno conosciamo le implicazioni e possiamo prendere le misure per correggere l’infiammazione arrestando il danno a livello microscopico. Purtroppo, vedo spesso i pazienti durante la prima consultazione con profondità delle tasche elevate.

Sovente l’approccio di squadra tramite il medico dentista e il parodontologo è quello vincente per debellare la malattia parodontale. Questo approccio di squadra aiuterà il medico dentista (che ha familiarità con la storia dentale e medica precedente) e il parodontologo (che ha una estesa esperienza nel trattamento delle malattie parodontali) a collaborare per un trattamento personalizzato che funzioni meglio per il caso specifico.

Essere proattivo è molto importante. La genetica gioca un ruolo per il rischio delle malattie parodontali, ma ci sono altri fattori predisponenti. Si può influenzare epigeneticamente l’espressione dei geni responsabili per lo sviluppo delle malattie parodontali tramite un approccio mirato: ottimizzando l’igiene orale e alimentare, adeguando lo stile di vita, aumentando la frequenza dei controlli.

La ricerca indica che le malattie parodontali sono causate della reazione infiammatoria dovuto ai batteri sotto le gengive, perciò le malattie parodontali potrebbero tecnicamente non essere contagiose. Tuttavia, i batteri possono essere passati tramite la saliva. Vuol dire se uno dei membri della famiglia ha le malattie parodontali, è una buona prassi di evitare il contatto con loro saliva. Se notasse che il partner ha dei segnali di un problema parodontale (gengive sanguinanti, gonfie, arrossate oppure alito cattivo persistente) potrebbe eventualmente suggerire un appuntamento per una consultazione.

La parodontite si trova raramente nei bambini, ma a volte negli adolescenti. Il suo precursore, la gengivite, è invece molto più comune. I bambini dovrebbero imparare l’importanza di lavarsi i denti dopo i pasti e imparare a usare correttamente il filo interdentale per mantenere sani i denti e le gengive per prevenire sia le carie che la parodontite in futuro. Ciò è particolarmente importante nelle famiglie in cui la genetica può avere un ruolo maggiore nello sviluppo precoce delle malattie parodontali.

Come genitore, si dovrebbe essere consapevole dei segni premonitori delle malattie parodontali, che includono gengiva rossa, gonfia, sanguinante, recessioni gengivali o alitosi che non scompaiono: in questi casi informi il suo medico dentista.

Tutti i parodontologi devono completare post-laurea altri tre anni di formazione specialistica in parodontologia. Tuttavia, alcuni parodontologi scelgono di fare un ulteriore esame di certificazione (“Board Certification”), offerto dall’American Board of Periodontology una volta all’anno, per diventare un “Diplomate”. La Board Certification indica qualcuno che ha ottenuto risultati eccellenti oltre i requisiti educativi obbligatori della specializzazione, inclusa la dimostrazione di una padronanza completa per le cure di tutte le fasi delle malattie parodontali e del trattamento e nel posizionamento di impianti dentali.

Oltre a diagnosticare e curare le malattie parodontali, i parodontologi eseguono una varietà di altre cure come la posa di impianti quando i denti naturali non possono essere salvati, il monitoraggio degli impianti esistenti per prevenire la perimplantite, la correzione di recessioni gengivali per coprire le superfici radicolari esposte per prevenire danni alla loro superficie, facilitare l’igiene orale nelle zone colpite, rimediare alla sensibilità termica e trasformare l’aspetto antiestetico. Lavorano anche con i logopedisti per eliminare l’anchiloglossia (eccessiva aderenza della lingua al pavimento della bocca, che ne limita i movimenti) per migliorare la fonazione del bambino.

La parodontite è una malattia cronica come il diabete, l’ipercolesterolemia o l’ipertensione. Questo “stato” rimane con un soggetto e la tendenza deve essere monitorata. Un paziente trattato con successo è descritto come dotato di stabilità parodontale, ma la diagnosi originale rimane poiché è a rischio di ulteriore distruzione parodontale. Questo paziente richiede un livello di mantenimento e valutazione più intenso rispetto a un paziente che non ha mai avuto una parodontite. Pertanto, un paziente con parodontite che è stato trattato ed è ora stabile non dovrebbe tornare allo stesso livello di valutazione e mantenimento di un paziente che non ha mai avuto parodontite. 

Anche se questo può sembrare scoraggiante, i pazienti parodontali possono preservare con successo denti, gengive, ossa e salute generale. L’intervento precoce è fondamentale.

Oggigiorno c’è una conoscenza più approfondita e sofisticata della parodontologia basata sui risultati della ricerca scientifica riguardante la risposta immunitaria, i meccanismi dell’infiammazione, la genetica e epigenetica, abbinando inoltre questa vasta conoscenza con la medicina umana.

Generalmente in medicina non si aspetta che i pazienti siano in fase avanzata prima di curarli. Si parla della potenza degli interventi precoci, che trasmettono un’influenza epigenetica positiva.

La finezza non è da sottovalutare. Potrebbe fare la differenza tra una piccola cura adesso e una cura futura molto impegnativa. 

1-3 mm, senza sanguinamento col sondaggio